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Somewhere Sometime – mostra fotografica di Christiaan Hougaerts


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01 gennaio 1970

Inaugurazione 17 settembre ore 17,30

Galleria Centrale Via Guglielmo Marconi
San Bonifacio
fino al 2 ottobre

La mostra si svolge nell’ambito del settembre San Bonifacese con il patricinio dell’Assessorato alla Cultura.
 
Lodovico Guariso assessore alla cultura del comune di San Bonifacio  sarà presente all’ inaugurazione
 

 

 

Che cos’è la bellezza? Nella  mostra fotografica,  allestita in questi giorni presso la Galleria Centrale di  San Bonifacio, Christiaan Hougaerts sembra dare indicazioni per rispondere a questa domanda. In sintesi, la risposta potrebbe essere: un attimo di vita, catturato da qualche parte (somewhere), in qualsiasi angolo della Terra, in un determinato, singolare, momento  (sometime).

L’esposizione si presenta articolata e complessa. Alcune fotografie, ad un primo sguardo,  potrebbero fare pensare ad una ‘ingenua’ lettura della realtà: una foglia, un campo,  dei fiori, dei bambini, dei gessi, una casa colonica avvolta nella nebbia,… ma, una volta impresse nella mente,  alimentano le nostre emozioni ed i nostri interrogativi, invitano a guardare più intensamente, ad andare oltre nella ricerca di una più profonda conoscenza del mondo e dell’essere umano.  A partire da  Capetown 1995, anche l’osservatore meno esigente capisce che c’è qualcosa da cercare oltre una bella giustapposizione di colori e di forme.

L’obiettivo del fotografo è spesso rivolto alla natura o alle piccole cose. Il ciclo delle stagioni viene suggerito ma non leziosamente illustrato; gli elementi basici: l’acqua, la terra, il vento restano sullo sfondo. L’essere umano è timidamente indagato, tanto da dare l’impressione che la sua presenza sia  non essenziale nella ricerca/scoperta della realtà.

Un primo filo di lettura, immediato, potrebbe essere quello del colore. Ed allora ecco Giallo macchiato o Mosso con brio o  l’esplosione, godibilissima agli occhi,  di Fabric sky, o il rosso già vellutato di petali di rosa investiti da fasci di luce. Life after death ( Vita dopo la morte) titola l’autore, ed ancora abbiamo un indizio che rimanda ad altro, al non detto a quanto nell’arte e nella vita rimane in ombra.

Un secondo, lieve, filo è costituito dalle persone. Bambini seduti in piazza in attesa di un gioco, due ragazzi che festeggiano un matrimonio. Sembra più insistita l’osservazione/l’esplorazione dei vecchi. Vecchi dei quali sempre ci sfugge lo sguardo, i loro occhi guardano altrove. L’autore non vuole penetrare nella loro intimità; con rispetto, li osserva e ce li fa osservare. Possiamo cogliere l’equilibrio ricomposto attorno al bicchiere di vino di due mani consumate di donna ( Savoring time); la forza/l’energia del gondoliere in Venice 1977, energia che è già diventata stanchezza in Siesta. In Lesvos 2008 emerge la cura per la persona amata nello sguardo, a noi negato, della donna che dall’uscio accompagna i passi dell’uomo, il suo uomo, che scende al villaggio, mentre il sole si avvia al tramonto. Una fotografia fortemente simbolica.

Poi l’ombra. Non è solo concreta presenza  che invita a chiedersi che cos’è il reale. In Ploudalmézeau 2004 è più reale la staccionata che chiude il pontile o il percorso delineato dall’ombra sul pontile stesso? In altre immagini l’ombra è evidente segno compositivo, a suggerire che lo sguardo sulla realtà non può essere semplice, etimologicamente ‘idiota’, ma necessita di un’attività interpretativa che costringa a far uscire la sua singolarità e la sua essenzialità. Obiettivo completamente raggiunto in Genoa 1981.

Ecco, allora, la  ‘semplificazione’ di alcune immagini che aiuta ad indagare la bellezza, anche se dobbiamo forse rinunciare a capire appieno le scelte dell’autore in qualche fotografia in cui il dettaglio si erge a disegno, a valore assoluto.

Il fotografo lascia intravedere una realtà ma non la svela del tutto e l’osservatore più attento può cogliere l’invito ad andare oltre, verso una  più profonda conoscenza del mondo e dell’essere umano.

Vittoria Sofia

 

 

 Verona, settembre 2011                                                                   

Teatro Centrale di San Bonifacio



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