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Spettacoli

Pinocchio Pastrocchio al Teatro DIM di Castelnuovo

07 febbraio 2016 - 15.30

Un modo differente in cui guardare la storia di Pinocchio, in grado di rovesciare le immagini, una visione capace di creare un bel “Pastrocchio”.

L’allestimento gioca su due livelli distinti ed intrecciati, quello dell’attore e quello del video, cercando una sintesi in grado di creare un linguaggio, che pur portando chiari i segni di ciascuna paternità, possa diventare qualcosa di diverso nel campo della comunicazione.

Rassegna Teatrale “Teatro da favola”

Pinocchio è stato raccontato ovunque e comunque. Senza nulla togliere a queste letture, anzi, con il massimo rispetto per chi vi ha lavorato, abbiamo pensato di guardare la storia con una lente diversa, in grado di rovesciare le immagini, una lente capace di creare un bel “Pastrocchio”. La nostra è la storia di un Bambino\Geppetto che va a Scuola, che trascorre molte ore davanti alla televisione, che ha due splendidi genitori in carriera che hanno poco tempo per i suoi giochi, che vivono con lui nella stessa casa ma è come se fossero altrove, spesso ingoiati non solo dai problemi che la vita generosamente elargisce di suo conto, ma anche e soprattutto da altro; distratti dal telefonino, da Facebook, da quella rete piena di amici che ha fatto del nostro tempo l’era della solitudine di massa. In questo contesto molto contemporaneo il Bambino\Geppetto, stanco di aspettare decide di costruirsi un grande pupazzo, assembla quello che trova in casa creando infine un magnifico Pastrocchio. Come nel romanzo collodiano, anche in questo caso, l’oggetto inanimato prende vita diventando un buon compagno per giochi che finalmente possono essere vissuti in piena libertà. Tutto fila liscio ma l’anima “monella” non tarda a manifestarsi e un giorno, dal ritorno dalla Scuola, il bambino trova la finestra della sua camera aperta, Pastrocchio è fuggito, se n’è andato a vedere il mondo esterno. Girovagando per strade trafficate, piene di insegne e manifesti, incontrerà Mangiafuoco, rampante talent scout per giovani aspiranti al patinato mondo della televisione, il Gatto e la Volpe, due spregiudicati promotori finanziari, Lucignolo, vittima dell’ingannevole mondo della pubblicità e a cascata tutti quei magnifici personaggi che la fantasia di Collodi ci ha regalato, trasportati in un contesto molto contemporaneo e metropolitano. L’allestimento gioca su due livelli distinti ed intrecciati, quello dell’attore e quello del video, cercando una sintesi in grado di creare un linguaggio, che pur portando chiari i segni di ciascuna paternità, possa diventare qualcosa di diverso nel campo della comunicazione. L’incontro che abbiamo voluto creare tra video e teatro è assolutamente paritario, non contaminante come si usa dire oggi, non quindi video a commento del teatro, a scenografia ottica, ma duplice racconto, cinema e teatro.




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