17 settembre 2010 ore 21.15
Arena di Verona – Verona

Carnet Verona ha scelto le 5 persone che riceveranno un buono omaggio valido per due ingressi per lo spettacolo di Brignano! Sono: Cinzia Olivieri, Fabio Partipilo, Katia Armani, Massimo Perlini e Nadia De Bortoli.

È Enrico, di cognome fa Brignano, è romano ma non è colpa sua

È romano ma non è colpa sua. Fa l’attore e il comico, e qui un po’ di colpa ce l’ha anche Gigi Proietti, suo maestro e mentore. È Enrico Brignano, atteso la sera del 17 settembre in Arena con lo spettacolo “Sono romano ma non è colpa mia”.
Dopo una serie lunghissima di spettacoli in ogni parte della penisola, lo show arriva in Arena, un palcoscenico per molti versi impegnativo e che avrebbe meritato una data unica o la “prima” dell’intera tournée.
Scritto dallo stesso Brignano con Mario Scaletta, lo show vede come regista lo stesso comico romano, autore anche delle musiche con Federico Capranica. La struttura dello spettacolo ha i cardini nei ricordi di famiglia di Brignano, «una famiglia allargata – come dice lui – che risalendo di nonno in nonno, arriva fino a nonno Romolo, primo re di Roma». Il titolo indica la responsabilità di un popolo che sa ridere, anche di se stesso. «LO show s’intitola “Sono romano ma non è colpa mia” perché abitare nella capitale comporta una responsabilità non indifferente: saper far meglio di chi è venuto prima di noi, molto prima di noi».
Sul palco con Brignano, l’orchestra diretta da Federico Capranica.

Dalla scuola di Proietti a “Un medico in famiglia”: l’ascesa di un nuovo attor comico romano

Brignano, quando si è accorto della sua predisposizione a far ridere?
«Tra i banchi di scuola».
E quando, invece, è diventato un vero professionista?
«Mi sono diplomato nel 1990 al Laboratorio di esercitazioni sceniche di Roma, diretto da Gigi Proietti. Con lui, poi, ho lavorato per tanti anni. Sono divenuto un professionista incontrando lui e facendo il vero salto di qualità. Lo ammiro, come ammiro i comici davvero bravi ed intelligenti – e mi riferisco al periodo della televisione in bianco e nero. Solo per fare qualche nome: Nino Manfredi, Alberto Sordi, Paolo Panelli, Walter Chiari, Gino Bramieri, Aldo Fabrizi ed Enrico Montesano».
Qual è stato l’incontro decisivo della sua carriera?
«Uno in particolare non c'è stato. Non è mai arrivato il momento in cui ho stappato una bottiglia, esultando pensando di avercela fatta. Ci sono stati incontri – come quello con Maurizio Costanzo – e occasioni, come quella di recitare in “Un medico in famiglia”, che ha riscosso un successo straordinario. E poi è stato importante per me partecipare in diversi spettacoli come ospite e rivestire ruoli da protagonista in alcuni film».
Oltre a spettacoli recenti come “Io per voi un libro aperto”, “Mai dire mouse” e “Brignano con la O”, quale show ricorda con piacere?
«Un mio spettacolo teatrale degli anni ’90, “Mezze figure”, degli anni '90. Ero completamente da solo, con un camion di scena, per la regia e la produzione di Proietti. In quello spettacolo ho capito molto e da lì ho iniziato a vivere fino in fondo la mia vita di attore».  

L’evento è realizzato in collaborazione con Media Italia di Michele Calì.

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