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Andrea Prandi e la sua visione dualistica della realtà

8 Ottobre 2023

“In un mondo dualistico ogni scelta traccia un nuovo punto di vista… Tu sei il tuo percorso.”

di Marco Multari

Andrea Prandi è un artista poliedrico che fin dall’inizio della sua carriera ha usato diverse tecniche, tra illustrazione e pittura. Oggi la sua arte spazia dalla digital art alla video art, dalla scultura all’installazione; uno linguaggio artistico che lo ha portato a esporre in diverse mostre personali
e rassegne in musei e gallerie in Italia
e all’estero. La ricerca artistica di Andrea Prandi, dopo alcuni anni di riflessione, si
è evoluta, con la serie Dualism, in una nuova indagine creativa che vuole rappresentare la realtà secondo la sua natura dualistica. Tutto parte dall’osservazione esteriore per andare in profondità nell’animo umano e arrivare alla comprensione più intima di sé stessi.

 

Che parole useresti per descriverti come artista?
Difficile utilizzare poche parole, il mio percorso artistico, la mia ricerca mi ha portato a esprimermi attraverso elementi dualistici, a guardare sempre anche l’altra metà della mela. Sto lavorando proprio sull’analisi della scelta e sulle conseguenze a cui porta, sulla coscienza e sulla subcoscienza. Da una parte il lato quotidiano della consapevolezza, dall’altra la fantasia e l’intuizione, senza cui non si può andare da nessuna parte. Posso definirmi un artista emotivo e sognatore, ma il mio lato razionale e determinato, in certi ambiti della mia quotidianità e della mia arte sicuramente emerge.

 

Parlando di emozioni, come artista cosa cerchi di suscitare in uno spettatore?
Emozioni che rimangono. Ti faccio un esempio: un bel film cerca l’attenzione con colpi di scena, stupore e smarrimento…ma sono cose che funzionano per quel momento lì. Io vorrei che rimanesse quel tarlo che ti fa porre domande sull’esistenza, perché quello che sappiamo sul mondo che ci circonda infondo è così poco.

 

Il tuo stile mostra temi ricorrenti, come l’approccio dualistico e il linguaggio del labirinto: come nascono queste tue idee?
Mi sono reso presto conto che le mie opere esprimevano un dualismo intrinseco, non sempre voluto e non sempre cosciente. La pandemia è stata per me un momento per fermarmi e ripartire. E ho scelto di ripartire veramente da zero, dalla cosa più semplice, dal gesto più elementare per un artista, dalla cosa più semplice in assoluto: un punto nero che si sviluppa, ora empiricamente ora in forma libera. Così è nato LIFE >< LINE: come la linea compie continue scelte direzionali e traccia il suo percorso, così l’uomo, può analizzare le sue scelte, comprendere dove l’hanno portato e immaginare dove può andare. Prossimamente svilupperò questo concetto con una serie di opere in cui ognuno può interagire sviluppando la propria linea personale.

Guardiamo un attimo al tuo futuro allora: hai appena partecipato a Marmomac. Com’è andata e quali sono le prossime occasioni in cui trovarti?
Marmomac è stata l’occasione per riprendere la narrazione della mia linea labirintica. Nello specifico abbiamo lanciato l’opera Mazeman Portrait, in cui la linea labirintica assume significati diversi a seconda del modo in cui scorre. Il ritratto è un quadro virtuale collegato a una applicazione, chiunque voglia interagire con esso può farlo, andando a contribuire alla creazione del quadro dell’umanità. Ogni casella di questo quadro porta con sé una scelta, una decisione che non potrà mai essere al contempo razionale ed emotiva, cosciente e subcosciente, oscura e chiara, ma rivela chi tu sia veramente!
Al Marmomac è stato bello vedere le persone interessarsi al quadro e “giocare” con le caselle e con le scelte. Il prossimo obiettivo è l’esposizione delle opere ad ArtMiami, da dove partirà tutta la mia collazione LIFE >< LINE legata al concetto dualistico.

 

Esiste un linguaggio con il quale ti senti più te stesso, o che trovi più adatto ad esprimere il tuo pensiero?
Il linguaggio concettuale, ma sempre alla ricerca dell’estetica e della bellezza. Cerco di aprirmi anche ad altri aspetti, come le indagini sulla fisica quantistica: ho un pensiero non canonico, sempre possibilista. La mia preoccupazione è esplorare ogni parte della realtà: è dimostrato che quello che noi vediamo è solo una piccola percentuale del mondo.

 

Segui il link e interagisci con il Mazeman Portrait: sei davvero ciò che pensi di essere? E l’umanità com’è

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