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Le star a cui abbiamo detto addio nel 2020

22 Dicembre 2020

Da chi ci ha ispirato a chi ci ha fatto sognare

 

Scrittori, musicisti, attori, sportivi… quest’anno si è portato via tantissimi personaggi famosi, che hanno lasciato una traccia ognuno nel proprio campo e nei nostri cuori. Il mondo del basket piange ancora il suo beniamino Kobe Bryant, mentre il cinema ricorda con affetto i mostri sacri Kirk Douglas, Lucia Bosé e la protagonista di Via col vento” Olivia de Havilland. Senza dimenticarci l’addio prematuro di Chadwick Boseman, protagonista dell’amatissimo Black Panther, primo film blockbuster dedicato a un supereroe di colore. E poi ancora, ci hanno detto addio gli scrittori Alberto Arbasino, Luis Sepulveda, Carlos Ruiz Zafòn fino al fumettista Quino, papà di Mafalda; il mondo della musica ha poi perso il leggendario chitarrista Eddie Val Halen e Stefano D’Orazio, batterista e paroliere dei Pooh. Ma non solo. Vogliamo ricordare altre cinque icone indimenticabili, figure che hanno non solo influenzato ma anche aiutato a fare entrare nell’immaginario collettivo le rispettive arti e discipline.

 

A maggio di quest’anno, a soli 48 anni ci ha lasciati Ezio Bosso, grande musicista, pianista, direttore d’orchestra e compositore. Un artista che ha commosso e incantato il mondo per la sua sensibilità, il suo amore per la musica e il suo impegno nonostante la sua convivenza con una malattia neurodegenerativa che l’aveva costretto in carrozzella ma che non l’ha mai veramente sconfitto. La musica, il suo grande amore e ragione di vita, l’aveva sempre spinto a grandi sfide. Tra i suoi tanti progetti, l’Associazione Mozart14, nata a Bologna per portare la musica nei luoghi del dolore, nelle carceri, negli ospedali. A Sanremo nel 2016 commosse tutti con la sua “Following a Bird”. Settembre scorso il doloroso addio al pianoforte a causa del dolore insopportabile alle dita non l’aveva fermato: quando veniva issato sulla predellina del direttore Bosso tornava se stesso.

 

Ennio Morricone ci ha lasciato il 6 luglio alla veneranda età di 91 anni, uno dei più importanti, prolifici e influenti compositori cinematografici di tutti i tempi, con più di 500 film e serie tv in curriculum. Una vera e propria leggenda, Morricone ci ha regalato alcune delle più belle colonne sonore del cinema italiano e mondiale, soprattutto durante la sua collaborazione con Sergio Leone in cui ha ridefinito il modo in cui il mondo intero ricorda i western. La più indimenticabile, “Il Buono, il Brutto e il Cattivo”, soprattutto la parte assomigliante all’ululato di un coyote, entrata nell’immaginario collettivo, menzionata e citata più e più volte in film, serie TV e cartoni animati. Assolutamente da citare l’ultraterrena “Gabriel’s Oboe” di “Mission” e la toccante “Tema d’Amore” per “Nuovo cinema Paradiso” di Tornatore. Morricone vinse due oscar, uno alla carriera e uno per il film di Quentin Tarantino “The Hateful Eight”; ma anche tre Grammy Awards, tre Golden Globes, sei BAFTA, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Awards, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize. Ha venduto inoltre più di 70 milioni di dischi.

 

Fascino, eleganza, leggenda del cinema, indimenticabile James Bond, la prima icona che ricordiamo è l’attore scozzese Sean Connery che si è spento il 31 ottobre a 90 anni. A lui dobbiamo l’immensa popolarità dell’agente 007 e della sua famosissima frase di presentazione, per cui divenne celebre in tutto il mondo. Era talmente perfetto per il ruolo che comparve in ben sette dei film della famosa saga, nata nel 1953 dalla penna dello scrittore britannico Ian Fleming, che fu talmente impressionato dalla sua performance che diede delle origini scozzesi al suo protagonista. Nel corso della sua carriera, Sir Sean Connery conquistò un Oscar nel 1988 come miglior attore protagonista per gli Intoccabili, due Bafta e tre Golden Globes. Nominato ‘Sir’ dalla regina nel 2000, l’attore ha interpretato diversi altri film di successo tra cui ‘Caccia a ottobre rosso’ e il blockbuster ‘Indiana Jones e l’ultima crociata’.

 

Gigi Proietti da bravo mattatore quale era se ne è andato il 2 novembre, giorno della sua nascita, a 80 anni. Noto per le sue doti di affabulatore e trasformista, ha mietuto notevoli successi a partire dagli anni ‘60. Una carriera lunghissima dunque, più di mezzo secolo in scena e sul set con la sua autoironia e cinismo romano. Considerato uno dei massimi esponenti del teatro italiano, era anche un regista e cantante e per anni ha rallegrato il pubblico italiano come comico, cabarettista e conduttore televisivo. Ultima ma non meno importante la sua carriera di doppiatore, soprattutto nei panni dell’amatissimo ed esuberante Genio della Lampada in “Aladdin” della Disney, ruolo che gli valse l’amore incondizionato dei più giovani.

 

Infine, a fine novembre, se ne è andato improvvisamente a 60 anni anche il “Pibe de Oro”, il ragazzo d’oro, Diego Armando Maradona, a causa di un’insufficienza cardiaca. Più che un campione dalle umili origini, una leggenda, considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, campione del mondo nel 1986 con la nazionale argentina, con cui aveva disputato quattro Mondiali. Figura controversa per le sue sregolatezze, ebbe molti figli e nipoti quasi tutti impegnati nel calcio. Militò anche in Italia con la maglia del Napoli, a cui portò due scudetti, una Coppa Uefa, una Supercoppa, una Coppa Italia e soprattutto la felicità di recarsi alla domenica allo stadio aspettandosi di vedere cose straordinarie. Napoli non dimenticò mai il suo beniamino, tanto che nel 2017 gli diede la cittadinanza onoraria. La sua scomparsa improvvisa ha lasciato nello sgomento non solo l’Argentina e Napoli, ma tutto il mondo. Ricordiamo che Verona fu teatro del suo esordio nel campionato italiano in cui giocò contro l’Hellas di Osvaldo Bagnoli, il 16 settembre 1984.

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